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  • Immagine del redattoreNicolò Gaetani

Alberi parlanti...!

Fino a poco tempo fa le Piante non erano considerate Vita. Non si muovono, non pensano, sono – per l'appunto – “vegetali”. È solo negli ultimi decenni che la scienza ha iniziato a scoprire verità già note alle Popolazioni ancestrali: le Piante sono Vita a pieno titolo, con un'organizzazione estremamente complessa e addirittura formano società e gerarchie!


A tanti, molti di noi, sembra assurdo pensare che un “oggetto inanimato” come un Albero possa relazionarsi con i suoi simili o con il Mondo esterno; dopotutto non si muove, non parla, non esprime sentimenti.


Ma la nostra specie ha grosso problema nell'osservare: filtriamo e confrontiamo ogni cosa con un metro di paragone, e dopotutto ciò che conosciamo meglio siamo noi, e gli Animali. Quindi, fino all'invenzione della cinepresa e dei time-lapse, il movimento impercettibile della Radice che scandaglia incessantemente il terreno alla ricerca di nutrienti – con mosse del tutto simili a quelle di un Lombrico – è passato inosservato. Così come non ci siamo mai sognati, almeno la maggior parte di noi, di attribuire alle Piante caratteristiche come la Solidarietà, l'Affetto, la preoccupazione...

Non è sempre stato così però, almeno non dappertutto. Nel corso della Storia tanti Popoli hanno vissuto, e vivono, in armonia con le Foreste che li ospitano; e una della caratteristiche che hanno in comune (un “universale culturale”) è l'attribuzione a certe Piante di uno Spirito più forte, del ruolo di Patriarca o Matriarca del Bosco, con precisi compiti e diritti che ne derivano, in modo del tutto simile a quanto accade nelle società umane.


Naturalmente gli antropologi (fino agli anni '90 un gruppo di persone molto ristretto, con un'educazione universitaria, quasi esclusivamente bianchi e la tendenza a credersi in qualche modo “superiori” ai gruppi umani che studiavano) hanno guardato con condiscendenza a questa narrativa, bollandola come superstizione. Finché una scienziata forestale, figlia di boscaioli, di nome Suzanne Simard non ha iniziato a fare ricerche nelle foreste della British Columbia, in Canada, per scoprire cosa ci fosse di vero. Quello che ha scoperto durante i suoi esperimenti confermava per filo e per segno le “leggende” dei Popoli della Foresta: gli Alberi comunicano fra di loro, scambiandosi impulsi elettrici, minerali, cibo e ormoni (sugli ormoni farò un altro post, è un argomento complesso ed interessantissimo!).


Per capire come lo fanno, la prima cosa da fare è guardare sottoterra, dove si nasconde un imponente sistema di Micorrize, filamenti microscopici che formano il vero corpo dei Funghi (quelli che raccogliamo sono solo il “Fiore”). Possiamo immaginarle come dei tubicini in cui scorre un “brodo” di nutrienti ed informazioni, un po' come delle ferrovie su cui passano treni merci, postali e qualche (pochi) passeggeri, Batteri e Virus. Le Micorrize sono così piccole che non possono essere “raccolte” o “seguite”, ma attraverso calcoli ed esperimenti sappiamo che in un metro cubo di suolo di un Bosco sano ce ne sono più o meno quanto basta per coprire la distanza di andata e ritorno dalla Luna.


Questo sistema, microscopico ma immenso, è la base su cui poggiano tutti i nostri Ecosistemi e ha le sue radici nel Mesoproterozoico, circa 1,5 miliardi di anni fa. Più o meno in quel periodo infatti alcune cellule iniziarono a vivere insieme, formando associazioni sempre più strette e dando vita agli organismi pluricellulari– alcuni di queste diventarono Piante, altre Animali ed altri ancora Funghi. I Funghi colonizzarono pian piano tutta la Terra, e circa un miliardo di anni dopo, durante la cosiddetta “esplosione Cambriana” (un periodo in cui la Vita sulla terra si differenziò improvvisamente, e il nostro Pianeta diventò simile a quello che consociamo oggi) erano pronti ad offrire i loro servizi alle Piante, in cambio di carboidrati, composti preziosissimi che le Piante creano con la fotosintesi e che i Funghi non sono in grado di sintetizzare. Le Piante ne approfittarono subito, e si stabilì una situazione di dipendenza reciproca che dura ancora.


La simbiosi funziona su vari livelli, infatti le Micorrize si attaccano saldamente alle radici di una Pianta, e ne “succhiano” la linfa, ricca di zuccheri, rilasciando contemporaneamente dei micronutrienti (per lo più metalli) che le radichette dell'Albero, per quanto piccole, sono troppo grandi per assorbire da sole. Ma non basta: nessun Fungo sarebbe in grado di utilizzare tutti i nutrienti contenuti nella linfa, per loro sono un po' come uno snack per noi; importante a volte per integrare gli zuccheri, ma non la base della dieta. Inoltre la linfa contiene anche sostanze che i Funghi non possono assorbire, come gli ormoni e gli Oli Essenziali, e Virus e Batteri. Ed è qui che avviene la “magia”: tutte queste sostanze, in pratica cibo e informazioni, vengono consegnate agli Alberi che ne fanno domanda, in parte secondo le loro richieste, in parte secondo le scelte dell'albero che dona.


Grazie a questo sistema, basato sulla relazione reciproca fra Vegetali e Funghi, i Boschi si sviluppano come una Comunità, unita e solidale. I ruoli chiave sono ben definiti e ciascuno di noi può osservarli in una passeggiata: il cardine di un Ecosistema è la Pianta Madre, anziana, con molti rami secchi o caduti, che mantiene solo le foglie strettamente necessarie alla sopravvivenza. È la depositaria della Memoria del Bosco, ha vissuto climi ed eventi sempre differenti e sa come farci fronte. Nel Bosco di Conifere può avere centinaia se non migliaia di anni ed è in grado di "prendere decisioni" ed aiutare le Piante che le stanno attorno: ad esempio, se scopre di essere attaccata, è lei che stimola la produzione di un composto antiparassitario anche negli Alberi vicini. Normalmente partecipa in misura limitata agli scambi di nutrienti, ma è molto attiva in quelli di Oli Essenziali ed Ormoni. La possiamo identificare dall'aspetto maestoso, e dal fatto che gli Alberi intorno a lei sono disposti a cerchio. Interviene negli scambi di sostanze nutritive principalmente in due momenti, dimostrando quanto gli Alberi siano sensibili: quando vede che i suoi figli sono in pericolo – sì, gli Alberi sono in grado di riconoscere la progenie! e quando sente arrivare la Morte. Allora dona tutte le sue Forze Vitali al Bosco, invece di prolungare inutilmente l'agonia. È la presenza di Piante Madri che permette al Bosco di riprendersi così rapidamente da eventi disastrosi.


Poi ci sono gli Alberi maturi: loro sono gli “operai” del Bosco, quelli che lavorano costantemente nella produzione di cibo, nel dissodare la terra con le radici per ammorbidirla, nel mantenere un equilibrio fra le Specie presenti. Alti, frondosi, scelgono con chi collaborare e con chi competere. Si sa che alcune Piante "vanno d'accordo", ed è stato dimostrato che alcune coppie ben assortite - ad esempio Betulla e Pino Silvestre - si scambiano "doni". Il Pino, che ha periodi di riposo invernali più brevi, provvede al sostentamento della Betulla nelle fasi finali dell'Autunno, quando perde le foglie ed entra in ibernazione, e all'inizio della Primavera, quando è ora di buttare tutti i nuovi germogli. Ma al momento della "fioritura" dei Pini, le Betulle già cariche di foglie ricambiano il favore con una fornitura incessante di zuccheri, che continua, a livelli più bassi, per tutta l'Estate!


La maggior parte del Bosco è composta proprio da queste Piante, adulte, con una vita davanti e milioni di semi da produrre. (Per inciso mentre scrivo, dalle montagne qui di fronte si alzano nuvole di Polline giallo, in questa rito orgiastico che si ripete da centinaia di milioni di anni, l'impollinazione delle Conifere) Sono le Piante adulte che, con la loro fatica, permettono ai piccoli di crescere: i piccoli Alberi, infatti, molto spesso non riescono a fotosintetizzare – cioè a prodursi il cibo – finché non si apre un po' di spazio nella Foresta. E questo può durare anni, ma anche decenni o secoli. Per tutto questo tempo vengono nutriti dalle Piante adulte, nella consapevolezza che può esistere un Futuro solo se ci si prende cura del Presente.



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Le fonti per questo articolo sono principalmente i lavori di Suzanne Simard, disponibili gratuitamente su internet - purtroppo solo in Inglese, e il fantastico libro "In praise of Plants" di Francis Hallé (in Inglese o Francese). Riguardo le micorrize, esiste molta letteratura, anche in Italiano, ma è decisamente ostica!

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